Spesso l’ansia viene percepita come un’emozione negativa, inaspettata che può rappresentare un ostacolo nello svolgimento di azioni legate alla quotidianità. In questo articolo vorrei riflettere sugli aspetti positivi e negativi di questa emozione in modo da poterla meglio affrontare e gestire.
Per quanto riguarda l’aspetto positivo, l’ansia è un’emozione che ha rivestito e riveste nel tempo una funzione di tipo adattativo. Non rappresenta qualcosa di negativo ma è una reazione naturale dell’organismo di fronte ad un evento ritenuto “pericoloso”. Si prova ogni qual volta si percepisce una minaccia o un pericolo e permette di prepararsi all’azione, avendo così una funzione reattiva, di anticipazione del pericolo e pertanto protettiva. L’ansia è quindi uno stato di allerta che predispone l’organismo ad adattarsi ad una situazione predisponendo al meglio le sue risorse. E’ come un campanello di allarme che si accende per segnalaci un pericolo e permetterci di mettere in atto le giuste precauzioni.
L’ansia però riveste una funzione adattativa quando è ai giusti livelli, ossia quando non è né troppo bassa né troppo alta. Livelli d’ansia troppo bassi possono portare all’inerzia, mentre livelli troppo alti ad un disturbo d’ansia. Per fare un esempio pensiamo al fatto di dover studiare per preparaci ad un esame: senza il giusto livello d’ansia non saremmo spronati a prepararci al meglio. Quindi l’ansia può migliorare le prestazioni a patto però che non sia né troppo elevata, né troppo bassa ma al giusto livello.
Inoltre, l’ansia può rappresentare un segnale di avvertimento che ci sta inviando il nostro corpo per comunicarci qualcosa, un messaggio importante. E’ perciò necessario e fondamentale ascoltarci maggiormente per decifrare il messaggio che contiene. Ad esempio ci può comunicare che siamo sotto stress e che magari dobbiamo rallentare i ritmi, dirci che ci stiamo trascurando, il nostro fisico, ad esempio. Pertanto è importante ascoltare questa sensazione per provare a porsi delle domande personali; può darsi che alcune cose che stiamo portando avanti nella nostra vita sentimentale, lavorativa, ecc. non siano in sintonia con la nostra persona. Se non correttamente considerata e soprattutto ascoltata, l’ansia può perdurare e può prendere la strada di un sintomo come una malattia, di tipo psicosomatico ad esempio: gastrite, cefalea, ecc. Per questo motivo ritengo sia importante non sottovalutarla ma darle la giusta importanza per riportarla su una riflessione su di sé.
Per proseguire con gli aspetti positivi dell’ansia un recente studio canadese della Lakehead University dimostra che chi tende a essere ansioso e spesso preoccupato mostra maggior livelli di intelligenza. L’apprensione sarebbe anche uno dei motivi che ha permesso alla civiltà umana di evolversi e sopravvivere, dal momento che le paure anticipano il sentore del pericolo e aiutano a prevenirlo e gestirlo meglio.
Quindi, se l’ansia dura il tempo necessario ad affrontare una prestazione, è funzionale e ci aiuta a perseguire al meglio l’obiettivo prefissato significa che la stiamo utilizzando in termini adattativi, come nostra alleata. Quando invece, l’ansia perdura, supera una certa soglia e comincia ben prima di effettuare un compito mantenendosi nel tempo, allora può diventare problematica. Può succedere che l’eccessiva ansia porti a superare il proprio autocontrollo, passando ad una situazione altamente disfunzionale, perché si rimugina costantemente. Quando lo stato ansioso supera i normali livelli fisiologici si può presentare la seguente sintomatologia:
- di tipo fisico: tachicardia, aritmie, bocca asciutta, nausea, diarrea, stipsi, vampate di calore, vertigini, tensioni muscolari, nodo alla gola, palpitazioni, sudorazione, dispnea, sensazione di soffocamento, tosse, gonfiore addominale, difficoltà di minzione, perdita di desiderio sessuale, astenia, assenza di appetito, affaticamento;
- di tipo psichico: difficoltà nell’addormentarsi e insonnia, difficoltà di concentrazione, irritabilità, nervosismo, paure di non riuscire a farcela, di morire, di perdere il controllo, apprensione, incapacità a rilassarsi, emicrania, perdita di equilibrio e incoordinazione motoria.
Possiamo così distinguere l’ansia in ansia funzionale e ansia disfunzionale. La prima è quella di cui abbiamo già parlato mentre la seconda è quella che si attiva in assenza di un pericolo reale, quella che proviamo al solo pensiero di dover affrontare qualcosa che appartiene alla vita di tutti i giorni ma ci spaventa (uscire di casa, guidare l’automobile, ecc.). E’ proprio quando l’ansia si trasforma da funzionale a disfunzionale che diventa capace di provocare dolore e sofferenza nella vita delle persone che ne soffrono ostacolando la quotidianità e i progetti di tutti i giorni.
Cosa fare quando l’ansia perde la sua connotazione adattativa e funzionale e anziché prepararci all’azione al contrario ci blocca e ci paralizza? Un po’ come se quel campanello di allarme si accendesse per non spegnersi più?
Un modo efficace per gestire l’ansia, quando comunque non raggiunge livelli disfunzionali, è quello di imparare a rilassarsi e respirare correttamente, per mezzo di una tecnica di rilassamento come, ad esempio il Training Autogeno. Gli esercizi di rilassamento che si imparano con l’utilizzo di questa tecnica permettono di migliorare la propria capacità di intervenire sulla componente fisiologica dell’ansia al fine di normalizzare alcune funzioni corporee quali tachicardia, respiro affannoso, tensione muscolare ecc. Gli effetti prodotti con la pratica del training autogeno vanno in una direzione opposta a quelli dello stress ottenendo un battito cardiaco ed una respirazione più calma e regolare, la distensione della muscolatura corporea, ecc. Inoltre attraverso l’uso di questa tecnica si entra in maggior contatto ed ascolto del proprio corpo, rendendoci nel tempo maggiormente in grado di essere più consapevoli di noi stessi e delle nostre emozioni.
Al fine di abbassare e normalizzare i livelli d’ansia è consigliato anche l’utilizzo dell’attività fisica, come ad esempio una bella camminata nella natura, come in un bosco oppure in montagna. L’attività fisica gioca un ruolo fondamentale per la gestione dello stress riducendo la sintomatologia ansiosa. A livello ormonale, ad esempio, l’esercizio fisico stimola l’attività del sistema serotoninergico in modo da migliorare le gestione degli stati di ansia e stress.
Quando l’ansia è eccessiva, ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni, siamo di fronte ad un disturbo d’ansia, che può complicare notevolmente la vita di una persona e renderla incapace di affrontare anche le più comuni situazioni. Si rende necessario pertanto intervenire efficacemente attraverso un intervento psicoterapeutico al fine di riportare i livelli d’ansia su dei valori maggiormente gestibili.